La narrazione anti-Russia/anti-Putin che da tempo domina i media mainstream americani, e a cascata quelli europei, sta assumendo i toni di una vera e propria crociata. Una ‘chiamata alle armi’ – da parte dell’America agli alleati affinché combattano i (presunti) tentativi di Putin di “destabilizzare le democrazie occidentali”. “Come ergersi di fronte al Kremlino. Difendere la democrazia contro i suoi nemici”, è l’esplicito titolo dell’articolo del falco Dem Joe Biden, ex vice di Obama, e dell’ex assistente alla Difesa Michael Carpenter su Foreign Affairs (1), rivista del Council of Foreign Relations che per decenni ha forgiato la politica estera americana.
L’articolo, rilanciato in prima dalla Stampa (2), ha suscitato da noi varie reazioni per la pretesa – non suffragata da prove – che il Kremlino si accinga ad influenzare le prossime elezioni italiane, come avrebbe già fatto in altri paesi europei, dalla Brexit alle consultazioni in Francia e Germania. E in Italia nel caso del referendum costituzionale.
Su questo Biden è stato subito smentito dai servizi segreti italiani, Aisi e Aise, sentiti dal Copasir: “Nessuna evidenza di ingerenze straniere sul voto italiano . C’è un attento monitoraggio sulle fakenews”(3). La Stampa che ha scritto il contrario già nel titolo se ne farà una ragione. Come ci influenzerebbe Putin nei prossimi mesi? “Appoggiando” due partiti italiani (Lega Nord e M5S) che verso la Russia hanno certo posizioni più sfumate e dialoganti, contrari per esempio alle sanzioni imposte dagli Usa (che danneggiano gli interessi economici italiani). Come se i partiti non avessero il diritto di sostenere linee politiche scelte da loro: sta agli elettori votarli.
I suddetti partiti e/o lo stesso Kremlino in proprio, sono accusati di diffondere su temi come l’Europa, euro e l’immigrazione narrazioni divergenti da quelle mainstream pro UE e pro NATO, se non addirittura fakenews attraverso siti web pagine Fb e troll . E si parla dei contatti/interviste di Grillo e Salvini con esponenti Russi. Rasmussen, ex segretario generale NATO, sulla Stampa ha sostenuto che Putin vuole utilizzare l’Italia per dividere l’Unione Europea e abbattere le sanzioni. “Anche da voi alcuni partiti utili idioti”, ribadisce . E rincara: “Da Mosca attacchi cyber o l’hacking. E fakenews per seminare dubbi sulla legittimità dei nostri leader e istituzioni”. La Stampa, ormai punta di lancia, segue e precede. Vedi (4).
La crociata anti-Putin va di pari passo col Russiagate, dove le accuse di interferenze sulle elezioni americane sono rimaste finora senza prove sostanziali . E con quella, sempre più ossessiva, contro le fakenews – anche queste attribuite prevalentemente al Kremlino. E’ ancora la Stampa a scrivere del piano della Commissione Ue (non nuovo, vedi Underblog (5) ) e della task force imminente. L’Europarlamento ha appena votato la relazione annuale sulla politica estera in cui chiede agli Stati e all’UE di “contrastare le notizie false e la disinformazione”. Ed esisterebbe pure un rapporto di intelligence sulle ‘ingerenze della Russia in Europa’, in particolare sulla disinformazione, consegnato ai leader del Consiglio europeo.
La narrazione falsata e i rischi della nuova Guerra Fredda. Nessun analista o commentatore tuttavia sembra preoccuparsi dei rischi di questa nuova guerra, per ora fredda, impliciti in tale escalation, non solo narrativa. Tanto meno si interroga sulla veridicità degli argomenti presentati in questa narrazione (o propaganda?) anti-Russa. Dando per scontata l’’autorevolezza’ di riviste, giornali e tv americane. E in ogni caso temendo di contraddirle, come accade del resto anche negli Usa.
A preoccuparsi e a denunciare, non da oggi, la degradazione dei media nel suo paese è Stephen F. Cohen, professore emerito di storia della Russia moderna a Princeton e alla NY University, già editorialista del Washington Post (pre-Bezos) e collaboratore di The Nation. Underblog lo aveva incrociato durante la crisi Ucraina del 2014 quando aveva smontato pezzo a pezzo la narrazione mediatica americana, attirandosi accuse di anti-patriottismo, russo-filia e anche peggio (6). Alle quali aveva risposto qualche mese dopo, intervistato da NewsWeek (7) .Il suo ultimo articolo, The Nation ottobre 2017 (8), denuncia i rischi della Guerra Fredda a suo dire già in atto, e più virulenta di quella passata. E fra le narrazioni più estreme addita “quelle di una organizzazione che si professa bi-partisan, la cui co-autrice è un’ex funzionaria della Difesa di Obama, Evelyn Farkas”.
E’ la lunga analisi, sorta di manifesto della suddetta crociata (9), di Third Way, think-tank a suo dire ‘centrista progressista’, a cui si sono ispirati Biden&Carpenter (che Cohen non aveva ancora potuto leggere) e forse anche la Stampa. Seguiamo Cohen prendendo dai tre articoli citati, integrando con articoli e rivelazioni recenti. Per semplicità raggruppiamo gli argomenti in alcuni punti.
1) L’ESPANSIONE NATO HA TRADITO LE ASSICURAZIONI ALLA RUSSIA. Da USA, UK e Germania. Scrive Cohen, ott 2017: “L’epicentro del confronto con la Russia oggi non avviene più nella lontana Berlino o il ‘Terzo Mondo’ ma direttamente ai confini della Russia, dagli stati del Baltico e dell’Europa dell’Est all’Ucraina e al Mar Nero, dove la NATO continua a crescere con sempre maggiori truppe, armamenti, aerei, navi e installazioni missilistiche. La NATO considera questo vasto fronte come un suo ‘territorio’. Nessuna potenza militare è mai stata così vicina alla Russia dai tempi dell’invasione nazista del 1941. E infatti la Russia si percepisce come ‘sotto aggressione’.”
Cohen ricorda di aver messo a suo tempo sull’avviso gli Usa sui rischi che una tale estensione della NATO a est avrebbe comportato. Lo stesso aveva fatto del resto persino Warren Christopher, segretario di Stato di Bill Clinton in un editoriale sul Washington Post del 1994 (10) . “Prima delle interferenze americane nelle elezioni Russe del 1996 e del 2011”, sottolinea Glenn Greenwald, che in un tweet ripropone il pezzo, recuperato dal WaPo. “La Russia ritiene che l’Occidente abbia infranto le sue promesse di non espandere la NATO verso Est .
La NATO da parte sua considera la rottura di tali promesse un mito”- esordisce Bloomberg il 13 dicembre scorso (11 – Poi anche fabiusmaximus.com -12) . L’interessante articolo, ignorato dai media, dà conto di un recente studio della George Washington University volto a chiarire la questione, in base a una mole di documenti in gran parte declassificati di recente. A quel che risulta erano state ben di più di semplici promesse.
“I documenti mostrano che alti funzionari di Usa, UK e Germania hanno tutti offerto assicurazioni a Gorbaciov e al ministro degli Esteri Eduard Shevardnadze che la NATO non si sarebbe allargata verso i confini Russi . Nemmeno nel territorio della Germania Est. Le assicurazioni non sono mai state messe su carta”, aggiunge Bloomberg. Sintetizziamo la storia, che risale al 1990.
Il ministro degli Esteri della Germania Ovest H.D.Gensher, incaricato di ottenere il consenso preliminare della Russia alla riunificazione della Germania, aveva capito che la garanzia di non espansione della NATO sarebbe stata la condizione del successo della sua missione. E ne parlò ai cittadini tedeschi e ai suoi alleati, come il collega britannico Hurd. Gli Usa preferivano una Germania nella NATO a una neutrale. Il segretario di Stato Baker (presidente H.W.Bush) parlò al corrispettivo sovietico Shevardnadze (frasi riportate). Con vari distinguo sulla NATO, organizzazione politica più che militare (sic) Baker strappa a Gorbaciov la concessione di una Germania parte della NATO ma con ‘garanzie di ferro che nè giurisdizione né forze NATO sarebbero avanzate verso est’, nemmeno di un centimetro’.
La stessa proposta viene parallelamente fatta dal direttore CIA Robert Gates al suo omologo sovietico.Dopo la riunificazione tedesca – marzo 1991 – altre assicurazioni arrivarono dal premier britannico John Major al ministro della Difesa sovietico Yazov – che pochi mesi dopo partecipa al colpo di Stato contro Gorbaciov. E poi dallo stesso Segretario NATO Woerner a Eltsin.
Interessante notare che i sovietici proponevano una struttura di sicurezza comune europea basata sull’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Europa di due decenni prima. Ma gli occidentali volevano mantenere la NATO. Come che sia, l’URSS era dissolta. Ciò nonostante Bloomberg conclude accreditando l’ambiguità di Putin, “che continua a negare l’azione militare in Ucraina e offre false concessioni in Siria, irritando gli occidentali che lo considerano un interlocutore inaffidabile”. Un tributo alla linea mainstream?
2) UCRAINA: INVASIONE O COLPO DI STATO? Secondo Biden con Putin il Kremlino ha lanciato contro l’occidente “un attacco coordinato, militare, politico, economico, informazionale, con vari sistemi palesi e coperti”…”Nei casi estremi, come in Georgia e in Ucraina, ha invaso paesi vicini per bloccare la loro integrazione nella NATO e nell’UE e mandare un messaggio ai paesi vicini”. Di ‘invasione’ dell’Ucraina tout court parla ancora più nettamente il manifesto di ThirdWay, citato sopra.
Come sono andate le cose? La Crimea invasa? Cohen nel febbraio 2014 faceva le pulci ai report mediatici di allora, che già parlavano di invasione russa, minimizzano gli estremisti della destra estrema, omettevano la presenza di gruppi Nazisti e anti-semiti, scrivevano di ‘gente che parla russo’, ignorando che l’Ucraina è un paese diviso da storia, geografia, lingua, religione, cultura. Quanto alla Crimea: “Da studioso mi attengo ai fatti . Ci sono 9000 militari in Crimea per le strade, a custodia di edifici. C’è una base Russa lì. E per legge, per contratto la Russia ha tutto il diritto di esserci. Ha un esercito che protegge le sue strutture strategiche. Le truppe presenti sono quelle della base (come Cohen riteneva) o ne hanno mandate altre attraverso il confine russo? Non lo sappiamo, così se usiamo la parola ‘invasione’ dobbiamo essere cauti. Putin potrebbe aver rotto i termini del contratto che aveva col governo Ucraino” . Dopo di che, l’Ucraina ormai divisa in due con la sollevazione del Donbass russofono – ci sarà il referendum e la Crimea diventerà parte alla Russia.
Tre le teorie, secondo un pezzo di Foreign Affairs (2016- (13)): Putin difensore, temeva che il nuovo governo [filo-Usa] di Kiev potesse togliergli l’importante base di Sebastopoli; Putin imperialista e aggressore, progetta di espandersi e riprendersi i territori ex Urss; Putin improvvisatore: ha risposto alla defenestrazione di Yanukovich, il presidente eletto. Tutte e tre sono vere, è la tesi. Ma sui media MSM domina la seconda.
I cecchini di Maidan erano georgiani anti-russi reclutati per seminare il caos? “Ma avete sentito parlare dei cecchini?”, chiede il prof intervistato da Newsweek . Il riferimento è al massacro del 20/21 febbraio 2014, che segnò la svolta a Kiev.Le manifestazioni a favore di un’associazione dell’Ucraina all’UE erano cominciate a fine novembre 2013 in modo pacifico, andando avanti in una situazione sempre più violenta e confusa. Mentre era in ballo una proposta europea di accordo. Finché quella sera in piazza Maidan scoppia il caos, con spari che non si capiva da dove venissero.
Alla fine 80 morti e centinaia di feriti fra poliziotti e civili. “Tutti hanno incolpato Yanukovich finché il ministro dell’Estonia di ritorno da Kiev ha informato l’UE, via Catherine Ashton, che appartenevano ai movimenti di destra estrema che occupavano le strade. “Non sappiamo se sia vero”, scriveva Cohen. Né Ashton avvia un’indagine.Ebbene – dopo che un post di Global Research aveva escluso che a sparare fosse stata la polizia speciale governativa Bakrut – di recente un’inchiesta in onda in un programma del TG5 ha intervistato due di quei cecchini, protagonisti e testimoni di quel massacro. Georgiani anti-russi militanti e attivisti del partito di Saakashvili.
E un terzo testimone, un ex tiratore scelto dell’esercito georgiano, anche lui attore nella sparatoria di Maidan . Reclutati alla fine del 2013 da un consigliere militare di Saakashvili (tralasciamo i nomi, la vicenda raccontata da Remocontro.it -(14)) . Citiamo:“La rivolta Ucraina nel 2013 era simile alla “Rivoluzione rosa” avvenuta in Georgia, organizzata e finanziata dalla fondazione Soros e alleati atlantici, britannici e tedeschi . I nostri, aggregati a vari gruppi di volontari, ricevono dei passaporti con nomi falsi e un anticipo. Mille dollari a testa con la promessa di altri cinquemila più in là” .
“Il nostro compito – spiega uno dei tre – era organizzare provocazioni per spingere la polizia a caricare la folla”. Prima molotov, scudi e bastoni. Poi arrivano le armi. Compare un militare americano, Brian Christopher Boyenger, ex ufficiale e tiratore scelto della 101esima divisione aviotrasportata statunitense. E compaiono borse piene di armi distribuite ai gruppi di militanti georgiani e lituani che risiedono nell’Hotel Ucraina, l’albergo affacciato sulla piazza usato come quartier generale dall’opposizione” . Da lì arrivano i colpi mortali.I media MSM non rilanciano l’inedito servizio, ad eccezione del Giornale, tanto meno all’estero, nota un tweet in inglese .
Il ruolo USA: Nuland e McCain. Ne hanno scritto molto siti e blog alternativi con accluse foto, compreso Underblog (15). Torniamo a Cohen, 2014:“Nessun dubbio sulle reali intenzioni dell’amministrazione Obama: la registrazione della telefonata fra Victoria Nuland – assistente per Europa e Eurasia di Hillary Clinton, allora Segretario di Stato, a cui Nuland è vicina – e l’ambasciatore americano a Kiev è nota. Ma i media si sono soffermati sull’origine del leak [i soliti Russi] e sulla gaffe della Nuland – ‘Fuck the EU’ . Mentre la rivelazione essenziale riguardava il fatto che funzionari Usa di alto livello stavano tramando per dar vita a un nuovo governo anti-Russia in Ucraina, cacciando o neutralizzando il presidente eletto democraticamente. E questo è un colpo di stato”.
Yanukovich , “che i media dipingono come ‘un dittatore’, mentre sulla sua elezione democratica nessuno ebbe mai dubbi”, fugge e vengono insediati gli uomini voluti da Nuland. “Il senatore John McCain è stato a Kiev a incontrare il leader di un partito di estrema destra nazionalista e fascista e gli ha messo perfino un braccio intorno alle spalle [varie foto] perché male informato dai media o i media hanno cancellato questa parte della storia per via della follia di McCain?”, ironizzava Cohen. Gli Usa appoggiano i neo-Nazi in Ucraina? Titolava il sito liberal Salon (16).
Aggiungiamo che Nuland in una conferenza del dicembre 2013 (17) aveva raccontato che per ‘democratizzare’ l’Ucraina gli Usa avevano investito negli anni ben $5 miliardi. Che la corruzione non è affatto diminuita in Ucraina, il cui Pil dal 2012 è precipitato da $183 a $93miliardi. [Qui – (18) altri post di siti alternativi su Ucraina, attacco alla Russia e Guerra Fredda in quel cruciale febbraio 2014, e oltre).
3) IL DEGRADO DEI MEDIA COMINCIA CON ELTSIN NEI PRIMI ’90. “Anche nei venerabili NYTimes e WashingonPost report, editoriali e commenti non adottano più gli standard giornalistici tradizionali, spesso omettono fatti e contesti essenziali, non fanno distinzione fra report e analisi, non riferiscono visioni differenti di politici o esperti sugli sviluppi delle situazioni né opinioni diverse negli editoriali. Risultato: i media americani sulla Russia sono meno obiettivi, meno equilibrati, più conformisti e altrettanto ideologici di quando scrivevano sulla Russia Sovietica durante la Guerra Fredda”. Le rare voci contrarie allora non erano additate come ‘complici’ o peggio. Esistevano organismi a favore di una distensione, come l’American Commettee on East West Accord, a cui partecipavano parlamentari, editorialisti e businessmen come il manager della Pepsi Co. e il capo dell’IBM .
“La storia di questo degrado è altrettanto chiara: comincia nei primi anni ’90, dopo la fine dell’URSS, quando i media Usa adottano la narrazione di Washington: qualsiasi cosa facesse Eltsin era “una transizione dal comunismo alla democrazia” nel miglior interesse dell’America. Compresa la sua “terapia shock” economica e il saccheggio da parte degli oligarchi dei beni pubblici essenziali, che hanno distrutto le vite di decine di milioni di russi; la distruzione armata di un parlamento eletto dal popolo e l’imposizione di una costituzione ‘presidenziale’ che ha inferto un colpo alla democratizzazione e oggi dà potere a Putin; la guerra brutale in Cecenia, che ha fatto nascere il terrorismo nel Caucaso del Nord; le elezioni truccate da Eltsin del 1996 e la sua approvazione a una cifra nel 1999, la disintegrazione di un paese con armi di distruzione di massa . Eppure la maggior parte dei giornalisti americani continuavano a dare l’impressione che Eltsin fosse il leader Russo ideale … Ci piaceva perché era ubriaco e diceva sempre di sì”. Recentemente Atlantide di Andrea Purgatori (La7) riproponeva ancora la stessa narrazione.
4) PUTIN DEMONIZZATO. “Dai primi anni 2000 i media hanno seguito una narrazione sempre leader-centrica ma opposta, che evita un’analisi sfaccettata per abbracciare una demonizzazione implacabile di Putin, con poco riguardo ai fatti . Se la Russia di Eltsin era stata presentata come un paese con legittimi interessi politici e nazionali, ora ci viene fatto credere che la Russia di Putin non ne ha affatto, all’interno come all’estero – finanche ai suoi confini come in Ucraina”. “Hillary Clinton è arrivata a paragonare Putin a Hitler (“Ed è candidata alla presidenza, come potrebbe poi dialogare con lui?”, notava Cohen ) e anche Obama lo ha definito un ‘bambino viziato’. Di nessun leader sovietico si è mai parlato in questo modo. Breznev non ci piaceva perché non ci stava bene il suo sistema politico, non era una cosa personale. Nixon aveva instaurato con lui buoni rapporti. Le relazioni con Mosca sono state così ‘Putinizzate’ che la Russia sembra non aver più alcun legittimo interesse nazionale. Gli ultimi tre presidenti hanno condotto una politica estera fallimentare, tre guerre rovinose: c’entrerà per caso un po’ di invidia?” ironizza Cohen.“E che dire della decisione di Obama di mandare alle Olimpiadi di Sochi una delegazione di basso livello, compresi atleti gay in pensione?
Eppure in agosto Putin ha virtualmente salvato la presidenza Obama persuadendo Bashar al Assad ad eliminare le sue armi chimiche, consegnandole a un organismo internazionale. E ha aiutato a facilitare le aperture verso l’Iran [che porteranno all’accordo sul nucleare iraniano]. Oltre ad aver facilitato i rifornimenti delle truppe americane in Afghanistan. Obama non avrebbe dovuto andare lui stesso a Sochi sia come segno di gratitudine, sia per mostrare che davanti al terrorismo internazionale i due leader sono insieme? “Da parte loro i media americani hanno parlato molto dei diritti gay violati in Russia (vero solo in parte), dei $54 miliardi spesi da Putin per le Olimpiadi con accuse non provate di corruzione – “ma $44 miliardi erano per infrastrutture della regione”, puntualizza Cohen.
UNA NUOVA GUERRA FREDDA? Nel post più recente il prof Cohen indica i punti di crescente frizione che comportano rischi. L’espansione NATO fino ai confini Russi, a cui si aggiunge il proposito di Washington di mandare altre armi a Kiev . L’Ucraina divisa è tuttora in guerra e il governo, che aveva subito abolito il russo come seconda lingua ufficiale, “ha fatto a pezzi l’accordo di Minsk adottando una legislazione incompatibile”. A onor del vero, la Russia aiuta i separatisti del Donbass. Mosca è in allarme. Sempre più media e alti funzionari ritengono che tutto ciò costituisca ’un’aggressione americana contro la Russia’ . “Paragonate questo allarme con le accuse del #Russiagate secondo le quali il Kremlino ‘ha attaccato l’America’ durante le elezioni presidenziali del 2016, accuse per le quali non c’è ancora nessuna prova empirica e immaginate il potenziale per una guerra accidentale o intenzionale in questa diffusa e crescente percezione Russa”.
La demonizzazione di Putin esaspera le relazioni. E ha effettivamente paralizzato il presidente Trump in ogni eventuale negoziazione con Putin. “Immaginate se John Kennedy fosse stato dipinto come ‘burattino del Kremlino’ durante la crisi di Cuba in cui si sfiorò la guerra”.La Siria, dove la guerra non è ancora del tutto finita. Il ministro degli esteri russo Lavrov continua a denunciare gli aiuti americani alle milizie anti-Assad, comprese quelle dell’ISIS che, confluite recentemente a sud nella zona di Idlib, combattono l’esercito siriano sostenuto dai Russi.
Qui il rischio di un confronto militare è più acuto – osserva Cohen, in ottobre. Sebbene Putin, che ha poi annunciato la sua ricandidatura alle elezioni del 2018, non veda l’ora di chiudere con l’intervento in Siria, mal sopportato in Russia. E sia protagonista di un’attività diplomatica a tutto campo per arrivare a un nuovo assetto condiviso – come spiega bene un’analisi molto equilibrata Foreign Affairs, la stessa rivista del CFR che ha ospitato Biden & Carpenter. Il confronto mediatico: Non solo “ a differenza dagli anni ’60-’70 e ’80 non esistono virtualmente media, politici e politiche nel mainstream contrari alla nuova Guerra Fredda. Ma gli Usa hanno costretto RT- RussiaToday, canale tv internazionale anche online e sito internazionale di news in inglese, spagnolo e arabo e presto in francese, creato 12 anni fa da Putin, e il sito Sputnik, anch’esso governativo, a registrarsi come agenti stranieri. Misura che Putin ha poi adottato con Voice of America e Radio Free Europe (sia i media russi che quelli Usa sono propagandistici, secondo Cohen). Qui (19) cosa comporta.
Putin ha pure bandito dalla Russia le ONG notoriamente legate all’intelligence americana. RT è un pericolo per gli Usa e l’Occidente? Abbandoniamo Cohen. E con un certo stupore apprendiamo da un’ indagine di IPSOS (del 2016, dati del 2015) in 38 paesi che RT – Russia Today è fra i canali internazionali più seguiti: 70 milioni di individui alla settimana, 35 milioni al giorno. La maggior parte degli utenti in Europa: 36 milioni ogni settimana, in Africa l’audience è di 11 milioni, negli Usa pur con soli 8 milioni si colloca tra i cinque network internazionali più visti. Utile un confronto generale: BBC World, il canale tv internazionale più noto e popolare, nei 38 paesi ha 76 milioni di vewers, pochi di più di RT; Deutsche Welle 55 milioni, France 24 ne ha 45.9 milioni alla settimana. Quanto ai siti, quello di RT e il canale Youtube sono stati visitati 49 milioni volte nel novembre 2015. Più di Al Jazeera e Voice of America. Il seguito maggiore lo ha negli Usa. Tanto che l’US Broadcasting Board of Governors, agenzia di Washington, denuncia preoccupata la ‘propaganda russa’. Così secondo un post della stessa RT, secondo la quale il canale è accessibile a 700 milioni di utenti in 100 paesi. Questo lo racconta il NYT di qualche mese fa (20), che accanto ai dati IPSOS, non riferiti in dettaglio come fa invece un post dello stesso RT (21) con link all’indagine, ne riporta altri inferiori.
LE CIRCOSTANZE ODIERNE: I MITI, parte integrante della narrazione dominante anti-Russa. Debolezza? Capitolazione prossima? Scrive Cohen: “La Russia sarebbe troppo debole per sopportare economicamente una prolungata Guerra Fredda e finirebbe per capitolare. E’ la logica dietro lo tsunami di sanzioni contro Mosca ordinate dal 2014. Lasciamo stare che diversi organismi internazionali hanno riconosciuto la ripresa economica della Russia negli ultimi due anni. La Russia per esempio si accinge a diventare il principale esportatore di grano al mondo [nella classifica del ‘Doing Business della Banca Mondiale la Russia dal 2012 al 2015 è passata dal 118° al 50° posto e punta al 20° nel 2018, l’economia era calata del 37% nel 2015 ma dal 2017 cresce di nuovo] . E lasciamo stare la quantità di risorse naturali, umane e territoriali. Ricordiamo invece che nella storia moderna la Russia non ha mai capitolato, non importa quanto alti siano stati i costi”.
Isolamento internazionale? Niente di meno vero, a dispetto della sospensione di Mosca dal G8. “Se il ‘Blocco Sovietico’ dell’Est Europa nella prima Guerra Fredda era un’alleanza forzata, foriera di crisi e economicamente pesante, oggi gli alleati e i partner della Russia sono tali per espressa volontà e interesse, dai paesi BRICS alla Cina”, osserva il professore. E aggiunge:“A dir il vero oggi è la ‘sfera di influenza’ americana che sembra frantumarsi, come appare dal Brexit e dalla Catalogna (i cui referendum mettono in una nuova luce quello in Crimea appoggiato dalla Russia ).
E come interpretare l’avvicinamento della Turchia, membro NATO, alla Russia o la storica recente visita del re Saudita a Mosca, che ha prodotto accordi per acquisti e investimenti miliardari in armi e energia?” Il ruolo della Cina, la potenza emergente. “Durante la precedente Guerra Fredda era rivale dell’URSS e una ‘carta’ da giocare contro Mosca. Oggi il partner politico, economico e potenzialmente militare della Russia – si veda la prossima esercitazione navale congiunta [poi avvenuta ]. Una nuova circostanza destinata ad avere un effetto profondo altrove, in India, Giappone e persino in Afghanistan”.
“La maggior parte di questi fattori nuovi e senza precedenti non vengono minimamente discussi a Washington, non solo a causa dell’’isteria’ del Russiagate. Il ‘trionfalismo’ americano dalla caduta dell’URSS nel 1991 gioca un ruolo importante, così come il cronico provincialismo talvolta definito ‘eccezionalismo’. Nel frattempo delle tre minacce alla sicurezza nazionale americana – terrorismo nucleare, proliferazione nucleare e attacchi cibernetici in grado di innescare inavvertitamente una guerra atomica , non si cura nessuno. E la verità è che nessuna di queste minacce può diminuire senza una partnership con la Russia”.
IL CONTROLLO MEDIATICO MAINSTREAM IN CRISI? Al di là delle considerazioni geopolitiche, il palese e crescente calo di affezione, fiducia e credibilità dei media mainstream negli Usa e nel mondo è davvero attribuibile alla penetrazione mediatica e politica Russa e ai suoi presunti attacchi cyber o ha altre cause, compresa la sempre più degradata e distorta informazione mainstream e la parallela capacità della gente di trovare sul web fonti alternative? E’ un punto chiave. E forse è proprio questa progressiva perdita di controllo, esplosa dopo Brexit e Trump, una delle motivazioni profonde dell’escalation mediatica nei confronti della Russia di Putin a cui assistiamo. E delle prossime nuove misure contro la ‘disinformazione’ e contro la net neutrality . Servirebbe un post ad hoc.
(2) http://www.lastampa.it/2017/12/08/italia/politica/biden-il-cremlino-interfer-in-italia-sul-referendum-costituzionale-kga1zMpSJhKCS2yv3aMdMN/pagina.html Il giorno dopo la risposta dalla portavoce del Kremlino: http://www.lastampa.it/2017/12/09/esteri/mosca-le-accuse-di-biden-sono-falsit-s4Y3LWnHqVKgdmhOqb1ZWI/pagina.html
(3)https://www.remocontro.it/2017/12/14/interferenze-russe-sullitalia-chi-conta-balle/
(4) http://www.lastampa.it/2017/12/09/esteri/troll-bot-e-associazioni-culturali-cos-la-russia-ha-sabotato-il-referendum-in-italia-UQYGNBTGDD7wZpNdSyo6dO/pagina.html ; http://www.lastampa.it/2017/12/09/italia/politica/tv-e-web-ecco-i-canali-tra-mosca-e-ms-0kMD7ZMcM5LP1ITqw8BzCM/pagina.html ; http://www.lastampa.it/2017/12/15/esteri/la-cia-c-la-regia-del-capo-del-cremlino-dietro-gli-attacchi-alle-presidenziali-LQDVJdaKr2tYhatLhZkHwI/amphtml/pagina.amp.html?__twitter_impression=true
(5) http://www.lastampa.it/2017/01/14/blogs/underblog/fakenewspropaganda-pitruzzella-anello-delloffensiva-usaue-contro-le-narrazioni-difformi-hGTc0XbXDr23xTarepipYM/pagina.html il primo post; http://www.lastampa.it/2017/01/19/blogs/underblog/fakenewspropaganda-le-liste-di-proscrizione-il-centro-di-impegno-globale-contro-la-disinformazione-nemica-e-i-precedenti-nato-PTEfLnvPc5ZC521DdH0Y9J/pagina.html il secondo.
(6) https://www.thenation.com/article/distorting-russia/
(7) http://www.newsweek.com/american-who-dared-make-putins-case-231388
(9) http://www.thirdway.org/report/the-last-straw-responding-to-russias-anti-western-aggression
(11) https://www.bloombergquint.com/view/2017/12/13/the-story-behind-putin-s-mistrust-of-the-west
(12) https://fabiusmaximus.com/2017/12/16/about-american-lies-to-betrayal-of-russia/
(13) https://www.foreignaffairs.com/articles/ukraine/2016-04-18/why-putin-took-crimea
(14) https://www.remocontro.it/2017/11/20/ucraina-golpe-rivoluzione-quei-cecchini-maidan/
(15) http://www.lastampa.it/2014/02/26/blogs/underblog/ukraina-dove-vanno-gli-oligarchi-Zk6aJTSITKB8ixUNCpfFlL/pagina.html e http://www.lastampa.it/2014/03/06/blogs/underblog/ucraina-se-il-nuovo-corso-filooccidente-include-lultradestra-neonazista-2YWGk0SQMvsmnG3qTLVmbO/pagina.html
(16)https://www.salon.com/2014/02/25/is_the_us_backing_neo_nazis_in_ukraine_partner/
(17) http://www.informationclearinghouse.info/article37599.htm
(18) Washington Orchestrated Protests Are Destabilizing Ukraine , Paul Craig Roberts feb 13 2014; Russia Under Attack. “Neocon Ideologues are Pushing the World toward Destruction”, idem, feb 15 ; Washington’s Response to Leaked Victoria Nuland Call Confirms US-EU Regime-Change Plot in Ukraine, Alex Lantier, February 08 ; http://www.washingtonsblog.com/2014/04/west-marches-east-u-s-nato-strategy-isolate-russia.html aprile; http://www.washingtonsblog.com/2014/06/u-s-re-started-cold-war-backstory-precipitated-ukraines-civil-war.html, Eric Zuess giugno.
(19) http://blog.ilgiornale.it/sacchelli/2017/12/05/usa-russia-guerra-dei-media/
(20) https://www.nytimes.com/2017/03/08/world/europe/what-is-rt.html (21) https://www.rt.com/news/335123-rt-viewership-ipsos-study/